TUMORE DELLO STOMACO

Cenni di anatomia

Lo stomaco è un organo di contenimento dell’apparato digerente in cui viene processato il cibo prima di raggiungere l’intestino e in cui avviene la digestione di proteine e carboidrati.
Ha la forma di un sacco allungato di circa 25 centimetri ma le dimensioni possono variare a seconda della costituzione corporea e delle abitudini alimentari.
Lo stomaco è separato dall’esofago tramite il cardias, e dall’intestino tenue o piccolo intestino tramite il piloro.
Cardias e sfintere pilorico regolano il passaggio del cibo, detto bolo.

Figura 1. Anatomia dello stomaco.
Definizione

Per quanto riguarda la sede di origine il 50-60% dei tumori dello stomaco si localizza a livello della regione antro-pilorica, il 10% al cardias, circa il 20% a livello di piccola e grande curvatura, circa il 10% coinvolge la parete anteriore e posteriore e meno del 10% coinvolge tutto lo stomaco (linite plastica).
Il tumore dello stomaco può diffondersi ai linfonodi, al fegato, alle ossa, ai polmoni; per via diretta all’esofago, al pancreas, al colon e agli altri organi circostanti; per via peritoneale alle ovaie.
In base allo stadio di malattia si distinguono una forma precoce (early) e una forma avanzata:

  • Early Gastric Cancer: una neoplasia che non supera i 2 cm di diametro, localizzata agli strati superficiali della mucosa, non forma ulcere, coinvolge linfonodi solo nel 10-20% dei casi.
  • Adenocarcinoma: nel 90% dei casi ha origine dalla crescita incontrollata di cellule della mucosa gastrica.
    Può essere anatomicamente distinto in prossimale, se più vicino all’esofago o distale, se più vicino al piloro o al duodeno.
Figura 2. Adenocarcinoma vegetante o espansivo.
Figura 3. Adenocarcinoma ulcerato o infiltrante.
Epidemiologia
  • Il tumore allo stomaco è uno dei più comuni in tutto il mondo con circa 22.220 nuovi casi diagnosticati ogni anno solo negli Stati Uniti, anche se è più frequente in Asia orientale e in Europa orientale.
  • In Italia si stima che ogni anno vengano diagnosticati circa 8.000 tumori allo stomaco nei maschi e 5.500 nelle femmine.
  • L’incidenza è maggiore tra le classi sociali più basse e interessa prevalentemente gli uomini di età superiore ai 50 anni con un picco intorno ai 70 anni (rapporto M:F 2:1).
  • In Italia non esiste alcun programma di screening sulla popolazione generale, ovvero non si consiglia di effettuare una gastroscopia alle persone che non hanno sintomi, a meno che non rientrino in categorie ad alto rischio per precedenti interventi gastrici o per familiarità.
Fattori di rischio
I principali fattori di rischio del cancro dello stomaco sono:
  • Fattori genetici: alterazioni a carico di p53 e APC (sindrome di Lynch di tipo II).
  • Helicobacter pylori, un batterio che riesce a sopravvivere nello stomaco, nonostante il pH molto acido di questo ambiente.
  • Dieta ricca di amidi, grassi e cibi conservati sott’olio, sotto sale o affumicati (che contengono nitriti e nitrati).
  • Alcool e fumo: i fumatori hanno un rischio circa 4 volte maggiore rispetto ai non fumatori.
  • Obesità
  • Malattia da reflusso gastroesofageo
  • AIDS
  • Ulcera peptica
  • Poliposi gastrica, ovvero la formazione di piccole escrescenze benigne che con il tempo, se non asportate, possono degenerare e diventare maligne.
  • Gastrite cronica atrofica
  • Anemia perniciosa
  • Gastrectomia parziale: un precedente intervento chirurgico di resezione gastrica (ad esempio per ulcera) aumenta il rischio di sviluppo del tumore
  • Forme ereditarie: FAP, HNPCC, sindrome di Li Fraumeni, sindrome di Peutz Jeghers, Hereditary Diffuse Gastric Cancer.
Prevenzione
Evitare alcool e fumo; seguire un’alimentazione di tipo mediterraneo, con abbondante frutta e verdura e poca carne alla griglia o affumicata. Inoltre in caso di sintomatologia, ricercare la presenza di Helicobacter pylori tramite esami poco invasivi come il breath test e l’esame delle feci e, una volta accertata la presenza del batterio, eradicare l’infezione da con una semplice terapia antibiotica.
Sintomi

Inizialmente il cancro gastrico si presenta con una sintomatologia aspecifica e sfumata che può essere confusa con quella di una gastrite o di un’ulcera peptica:

  • dispepsia, ovvero dolore o bruciore di stomaco, difficoltà alla digestione
  • sensazione di pienezza precoce dopo i pasti
  • nausea e vomito
  • anoressia ovvero mancanza di appetito
  • presenza di sangue nelle feci

 

Nelle fasi avanzate si manifestano:

  • difficoltà alla deglutizione
  • importante calo ponderale
  • senso di affaticamento
Diagnosi
  • Esofagogastroduodenoscopia (EGDS), ovvero l’esplorazione visiva diretta della prima parte del tubo digerente che si attua mediante un endoscopio flessibile (un sottile tubo introdotto attraverso la bocca) e consente di visualizzare la lesione, identificare la sede del tumore e prelevare frammenti di tessuto (biopsia) per un esame istologico.
Figura 4. Gastroscopia (EGDS).
  • Ecoendoscopia che consente di valutare con maggiore accuratezza la profondità dell’infiltrazione degli strati della parete gastrica.
  • Tomografia computerizzata (TC) addome e torace con mezzo di contrasto per escludere la presenza di metastasi.
  • Tomografia ad emissione di positroni (PET), un esame che richiede l’uso di una piccola quantità di glucosio radioattivo (FDG 18) allo scopo di evidenziare eventuali metastasi non visibili alla sola TC. Nel nostro centro associamo frequentemente la PET alla TC (PET/TC) al fine di migliorare ulteriormente l’accuratezza delle immagini.

Nel caso in cui il paziente abbia sintomi che pongano il sospetto di neoplasia o semplicemente voglia sapere se per determinati sintomi sia necessario un approfondimento con esame strumentale, richieda una visita presso i nostri ambulatori.

Terapia

La valutazione riguardo la possibile terapia del cancro dello stomaco deve essere sempre effettuata da un team multidisciplinare composto da endoscopisti, chirurghi, oncologi, anatomopatologi. Le possibilità di guarigione e la scelta del trattamento dipendono dallo stadio del tumore e dalle condizioni generali del paziente. Per quanto riguarda l’Early Gastric Cancer, se non vi è interessamento dei linfonodi esiste la possibilità di asportare endoscopicamente la lesione e la porzione di mucosa gastrica interessata tramite mucosectomia o dissezione sottomucosa. Queste metodiche, se eseguite radicalmente, sono curative e non richiedono ulteriori terapie.

Figura 5. Mucosectomia endoscopica (EMR).
Figura 6. Dissezione sottomucosa endoscopica (ESD)

Per le fasi iniziali di malattia la chirurgia è il trattamento di prima scelta e l’intervento prevede l’asportazione di tutto lo stomaco (gastrectomia totale) o di una parte di esso (gastrectomia parziale) insieme ai linfonodi locoregionali.

Presso la nostra Unità Operativa ci si avvale di tecniche mini-invasive quali laparoscopia e chirurgia robot-assistita per gestire procedure endoscopiche ad alta complessità e per eseguire contemporaneamente interventi di chirurgia avanzata.
L’approccio laparoscopico permette di eseguire le classiche manovre chirurgiche attraverso strumenti introdotti in addome tramite piccole incisioni, evitando in questo modo il taglio mediano.

Figura 7. Tecniche mini-invasive: approccio laparoscopico al cancro gastrico.

Nella chirurgia robot-assistita, il chirurgo controlla le braccia del robot seduto davanti ad una console dotata di monitor, vicino al tavolo operatorio. La console fornisce al chirurgo una vista ad alta definizione, tridimensionale e ingrandita del sito chirurgico, consentendogli maggiore precisione e controllo dei movimenti.
Entrambe queste tecniche permettono di ottenere nei pazienti idonei gli stessi risultati oncologici dell’approccio laparotomico tradizionale ma consentono un recupero più rapido e minori complicanze.
A seguito dell’intervento il paziente sarà in grado di alimentarsi perché in entrambi i casi è previsto il ripristino della continuità del canale digerente tramite la connessione (anastomosi) dell’esofago o dello stomaco residuo al piccolo intestino.

Figura 8. Gastrectomia subtotale e ricostruzione secondo Billroth I: asportazione dei 2/3 inferiori dello stomaco e anastomosi tra 1/3 superiore dello stomaco e il duodeno.
Figura 9. Gastrectomia subtotale e ricostruzione secondo Billroth II: asportazione dei 2/3 inferiori dello stomaco e anastomosi tra 1/3 superiore dello stomaco (a’) e il digiuno (b’).
Figura 10. Gastrectomia subtotale e ricostruzione con ansa alla Roux: asportazione dei 2/3 inferiori dello stomaco, resezione del duodeno e della prima ansa digiunale. Si effettuano due anastomosi: una tra 1/3 superiore dello stomaco (a’) e digiuno (c’) e l’altra tra due porzioni di digiuno (b’ e d’).
Figura 11. Gastrectomia totale e ricostruzione con ansa alla Roux: asportazione di tutto lo stomaco, resezione del duodeno e della prima ansa digiunale. Si effettuano due anastomosi: una tra esofago (a’) e digiuno (c’) e l’altra tra due porzioni di digiuno (b’e d’).

È necessaria, almeno per i primi tempi, un’alimentazione caratterizzata da cibi con basso livello di zuccheri ed elevato livello di grassi e proteine, suddivisa in pasti piccoli e frequenti. Generalmente nell’arco di alcuni mesi però, la maggior parte dei pazienti va incontro ad un graduale adattamento.
Nei casi avanzati può rendersi necessaria la chemioterapia prima dell’intervento chirurgico al fine di migliorare le possibilità di asportazione radicale e ridurre il rischio di recidiva, o anche dopo l’intervento per consolidare l’effetto della chirurgia e ridurre il rischio di recidiva.
Nel caso di pazienti con malattia estremamente avanzata, non candidabili né a chirurgia né a chemioterapia si effettuano terapie palliative volte a ridurre il dolore e a consentire l’alimentazione.

Essendo presente presso la nostra U.O. un gruppo multidisciplinare che si occupa di questo tipo di patologia, il paziente verrà indirizzato allo specialista di riferimento in base allo stadio di malattia.

Figura 12. Trattamento palliativo con posizionamento di stent a livello pilorico.