Menu
MALATTIE INFIAMMATORIE CRONICHE INTESTINALI
Definizione
Le malattie infiammatorie intestinali (MICI o IBD – inflammatory bowel disease) sono un gruppo di malattie croniche a carattere infiammatorio, che interessano elettivamente il grosso intestino (rettocolite ulcerosa) o qualsiasi tratto del tubo digerente, dalla bocca all’ano (morbo di Crohn). Anche se simili, nella maggior parte dei casi il morbo di Crohn e la colite ulcerosa possono essere distinti. Circa il 10% dei casi di colite non è inizialmente distinguibile e resta terminologicamente inclassificato; se una manifestazione patologia chirurgica non può essere classificata, si parla di colite indeterminata. Caratteristica peculiare distintiva tra le due patologie è che mentre la Rettocolite Ulcerosa è una patologia che coinvolge solo il colon (grosso intestino), il Morbo di Crohn può coinvolgere qualsiasi tratto del tubo gastroenterico, dalla bocca all’ano.
Epidemiologia
- In Italia circa 200.000 persone sono affette da queste patologie.
- Negli ultimi 10 anni la diagnosi di nuovi casi e il numero di ammalati sono aumentati di circa 20 volte.
- Le MICI colpiscono soggetti di tutte le età, ma di solito l’esordio è prima dei 30 anni, con un picco di incidenza tra i 14 e i 24. Un secondo picco di incidenza, seppur più basso, si riscontra tra i 50 e i 70 anni.
- Entrambi i sessi vengono colpiti allo stesso modo.
Cause e fattori di rischio
Le MICI sono patologie “idiopatiche”, ovvero la cui origine resta sconosciuta. Tuttavia, ci sono una serie di fattori di rischio che sembrerebbero essere correlati all’insorgenza di tali patologie.
Essi sono:
- Familiarità: i parenti di primo grado dei pazienti con malattia infiammatoria cronica dell’intestino hanno un rischio aumentato di 4-20 volte; il loro rischio assoluto può raggiungere il 7%. La predisposizione familiare è molto maggiore nella malattia di Crohn che nella colite ulcerosa.
- Mutazioni genetiche: sono state individuate diverse mutazioni geniche che conferiscono un più alto rischio di malattia di Crohn (mutazioni del gene NOD2).
- Fattori ambientali: il fumo di sigaretta sembra contribuire allo sviluppo o all’esacerbazione della malattia di Crohn mentre riduce il rischio di colite ulcerosa. Alcuni dati suggeriscono che la malattia perinatale e l’utilizzo di antibiotici durante l’infanzia possono essere associati ad un aumentato rischio di malattia infiammatoria cronica intestinale.
- Abitudini di vita: per motivi non chiari, persone che hanno un più elevato status socio-economico possono avere un aumentato rischio di malattia di Crohn.
Sintomi
Essendo patologie croniche, sia il Morbo di Crohn che la Rettocolite Ulcerosa hanno un andamento caratterizzato da fasi di latenza alternate a periodi di acuzie. Si possono manifestare sia con sintomi gastrointestinali che con sintomi extraintestinali. I sintomi intestinali più frequenti sono:
- diarrea cronica o recidivante, con o senza sangue visibile
- dolori addominali
- gonfiore addominale
- flatulenza
- stimolo doloroso all’evacuazione spesso non seguito dalla stessa (tenesmo)
- vomito
- nausea
- diarrea
- dolore addominale, localizzato soprattutto in fianco destro e ai quadranti bassi dell’addome
- diarrea ematica
- tenesmo rettale, ovvero sensazione di dover defecare senza poi effettivamente completare l’atto
- perdita di peso o arresto della crescita staturo/ponderale
- inappetenza
- anemia
- febbri ricorrenti
- debolezza
- artrite
- patologie cutanee (eritema nodoso, dermatosi granulomatosa)
- patologie oculari (uveite, episclerite)
- patologie epatiche (calcolosi, colangite sclerosante primitiva)
Complicanze
Nel tempo le MICI possono portare a complicanze chirurgiche, talora anche pericolose per la vita. In particolare, le complicanze correlate al morbo di Crohn sono:
- stenosi intestinale: restringimento del lume dell’intestino dovuto ai continui processi di cicatrizzazione in risposta all’infiammazione.
- fistole: presenza di soluzioni di continuo sulla parete intestinale, con conseguente comunicazione tra intestino e cute, anse intetinali o con altri organi addominali
- ascessi: raccolte di materiale, spesso pus, in addome.
- megacolon tossico: quadro acuto di dilatazione del colon che necessita di immediato intervento chirurgico
- cancro: correlato ai continui fenomeni di rigenerazione che si hanno nel periodo post-infiammatorio.
Diagnosi
In caso di sospetto clinico, la diagnosi si avvale di:
- accurata anamnesi ed esame clinico
- esami ematochimici: emocromo, valutazione degli indici di infiammazione (PCR, VES), valutazione indici epatici (albumina, transaminasi, gamma GT) e la calprotectina fecale.
- ecografia addominale: in particolare si valuta l’ultima ansa ileale nel sospetto di Morbo di Crohn, valutandone lo spessore parietale (un’ansa infiammata risulta più spessa)
- colonscopia con ileoscopia retrograda e con il prelievo di biopsie.
- videocapsula: serve per valutare tutto il tratto gastroenterico (come già detto, il Morbo di Crohn può coinvolgere qualsiasi tratto del tubo gastroenterico)
- Entero Risonanza Magnetica: utilizzata per verificare il coinvolgimento del piccolo intestino anche nei pazienti in cui la diagnosi è stata confermata
Terapia
Le Malattie Infiammatorie Croniche Intestinali sono patologie che necessitano di terapia medica, stretta sorveglianza clinica e talora di terapia chirurgica. La terapia medica ha l’obiettivo di ridurre l’infiammazione, di portare alla remissione clinica della malattia e di mantenere i pazienti liberi da riacutizzazioni della patologia, migliorandone la qualità di vita. I farmaci principalmente utilizzati sono:
- Acido 5-aminosalicilico (mesalazina)
- Cortisonici
- Farmaci immunomodulatori
- Agenti biologici
- Antibiotici e probiotici (in alcuni casi di acutizzazione della malattia)
Nel caso di Rettocolite Ulcerosa, la terapia chirurgica prevede l’asportazione di tutto il colon con la ricostruzione della continuità intestinale durante lo stesso intervento o durante un secondo intervento eseguito a distanza di qualche mese. Presso la nostra Unità Operative questi interventi possono essere eseguiti con tecnica mininvasiva, riducendo pertanto il discomfort postoperatorio e riducendo i tempi di degenza.
Inoltre, per i pazienti affetti da Malattia di Crohn localizzata a livello dell’ano, esperti proctologi utilizzano le tecniche più all’avanguardia per la cura di queste patologie.
Infine, un esperto team multidisciplinare (chirurgo, gastroenterologo, nutrizionista, stomista), è a disposizione presso il nostro Dipartimento per assicurare al paziente le migliori cure per queste complesse patologie.