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ENDOSCOPIA OPERATIVA
Nella Piastra di Chirurgia Endoscopica della AOU Federico II di Napoli sono eseguite tutte le procedure di endoscopia digestiva operatoria, di seguito elencate e sommariamente descritte:
Polipectomia endoscopica
È una procedura che consente di asportare, per via endoscopica, i polipi presenti nel tubo digestivo. I polipi sono neo-formazioni rilevate della mucosa dell’apparato digerente di natura per lo più benigna. Alcuni polipi (adenomi) possono, se lasciati in sede, aumentare di volume, degenerare e diventare maligni.È, infatti, accertato che la maggior parte dei tumori maligni dell’intestino derivano da polipi adenomatosi inizialmente benigni.Per tale motivo i polipi dell’apparato digerente (esofago, stomaco colon-retto) vanno asportati. Una volta individuato il polipo da asportare, la tecnica prevede l’asportazione della lesione grazie all’ausilio di un particolare accessorio a forma di cappio, la così detta ansa diatermica collegata ad un bisturi elettrico. Attraverso questo strumento, capace di strozzare il polipo alla base, vengono trasmessi impulsi elettrici che tagliano e coagulano allo stesso tempo il tessuto. Il polipo viene recuperato ed inviato al laboratorio per l’analisi istologica.
Mucosectomia endoscopica
È una procedura che consente di asportare, per via endoscopica, lesioni non polipoidi del tipo piano. L’asportazione viene eseguita con ansa diatermica e corrente monopolare, previo sollevamento mediante iniezione di soluzione fisiologica nello strato sottomucoso, con ago introdotto nel canale operativo dello strumento endoscopico.
Dissezione endoscopica sottomucosa
Differisce dalla precedente perché, dopo sollevamento della lesione, si procede alla sua asportazione mediante dissezione con appositi bisturi endoscopici anzichè con ansa diatermica. Incidendo mucosa e sottomucosa si può effettuare una resezione quasi chirurgica, radicale di lesioni altrimenti non asportabili o asportabili in più frammenti con le metodiche sopra descritte.
Gastrostomia o digiunostomia endoscopica percutanea
Sono procedure che consistono nel posizionare (in via combinata endoscopica e percutanea) una sonda tubulare in materiale plastico, di pochi millimetri di diametro, nello stomaco o nelle prime anse digiunali e che fuoriesce all’esterno attraverso la parete addominale. Tale procedura permette di somministrare cibi liquidi e farmaci direttamente all’interno del tubo digerente in soggetti che hanno difficoltà o impossibilità a deglutire, per malattie organiche o funzionali.
Ecoendoscopia
Per via ecoendoscopica (vedi procedure diagnostiche) è possibile anche eseguire svuotamento di pseudo-cisti pancreatiche, drenaggii biliari e digestivi attraverso il poszionamento di apposite protesi endoscopiche.
Gastrostomia o digiunostomia endoscopica percutanea
É una procedura che utilizza l’endoscopia e la radiologia per studiare le vie biliari (dotti) intra ed extra epatiche, il pancreas e la papilla di Vater e, soprattutto, per trattare alcune delle loro malattie come calcoli (che possono essere rimossi dalle vie biliari per via endoscopica), tumori e altre cause di ostruzione (che possono essere drenati posizionando protesi o sondini d’altro tipo). Quindi l’ERCP ha lo scopo di capire cosa impedisce lo scarico della bile e dei succhi pancreatici e soprattutto di eliminare questo ostacolo.
Posizionamento di protesi endoluminali
In caso di stenosi serrata del lume del canale digestivo (a livello esofageo, gastrico o intestinale), la procedura consente di ottenere nuovamente una buona canalizzazione (e dunque la ripresa delle normali funzioni del canale digestivo) attraverso il posizionamento di una protesi metallica o plastica auto-espandibile.
Posizionamento e rimozione di palloni endogastrici
Si tratta di procedure bariatriche, cioè ricomprese tra quelle mirate al trattamento dell’obesità. Il pallone endogastrico, posizionato per via endoscopica, viene riempito (di liquido o di gas a secondo del modello) nello stomaco ed occupa circa i 2/3 del volume gastrico. In tal modo induce un senso di sazietà precoce e prolungato nel paziente obeso che riesce, così a dimagrire. La durata del trattamento può durare, nei vari casi, da 4 a 12 mesi e rappresenta, il più delle volte, una tappa di avvicinamento all’intervento chirurgico per la terapia definitiva dell’obesità.
Diverticulotomia endoscopica
É una procedura che consente di trattare per via endoscopica i diverticoli esofagei così detti di Zenker. La tecnica consiste nella sezione del setto diverticolare per poter ricreare una regolarità all’interno del lume esofageo.
Dilatazione endoscopica
In particolari casi di stenosi (restringimenti del lume) è possibile risolvere il problema con dilatazioni endoscopiche attraverso l’uso di dilatatori idro-pneumatici. Tale metodica può essere applicata a casi di stenosi cicatriziale (dopo cioè un intervento chirurgico) o in caso di acalasia esofagea.
Iniezione di tossina botulinica
In caso di acalasia esofagea è possibile effettuare l’iniezione di tossina botulinica a livello dello sfintere esofageo inferiore che consente al paziente una ripresa della normale alimentazione per os. Si tratta di un trattamento temporaneo che dovrà essere ripetuto nel tempo ma che trova la sua indicazione in particolari pazienti che presentano un elevato rischio chirurgico.